Este - AGENDA WELLFEEL | Pagine

MARTEDì 12 GIUGNOMERCOLEDÌ 13 GIUGNOISCRIVITI AL CONVEGNO

MARTEDÌ 12 GIUGNO

MARTEDÌ 12 GIUGNO

8.30 Welcome Coffee

L’evoluzione del contesto economico e sociale

9.30 Rimettere in relazione positiva demografia, welfare e sviluppo
L’Italia è uno dei paesi sviluppati che maggiormente hanno lasciato crescere accentuati squilibri demografici. Questi squilibri costituiscono un rilevante freno allo sviluppo competitivo dell’economia e rischiano di alimentare diseguaglianze generazionali, di genere, sociali e territoriali. Possono essere gestiti e superati solo passando dalla preoccupazione dei rischi legati a vincoli e costi, all’investimento sulla capacità di produrre ricchezza e benessere delle nuove generazioni, ma anche incentivando e valorizzando il contributo in tutto il loro corso di vita in ambito sociale e nel sistema produttivo.
Alessandro Rosina, professore ordinario di demografia – UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE

9.50 TAVOLA ROTONDA Le trasformazioni economiche e sociali del nostro tempo: l’equilibrio tra la vita e la produttività
Modera: Elisabetta Soglio, responsabile Buone Notizie – CORRIERE DELLA SERA
Luigi Campagna, docente MIP – POLITECNICO DI MILANO
Elisabetta Dallavalle, nim inclusion & wellbeing champion e company welfare manager – GRUPPO NESTLÉ
Mauro Grana, direttore operation – GRUPPO ORANGE 1
Marco Borgo, responsabile del personale e responsabile legale – SIDERFORGEROSSI GROUP

10.40 Le trasformazioni del welfare aziendale
Welfare state e welfare aziendale non sono in contrapposizione. Il welfare aziendale non può e non deve sostituire il welfare pubblico. Il welfare fornito ai lavoratori dalle imprese integra e rafforza quello dello stato per i cittadini. Nel corso degli anni ci sono state evoluzioni ed involuzioni reciproche: più lo stato era protagonista, più le imprese e le organizzazioni private si ritraevano. In questa fase storica si assiste ad un recupero del ruolo sociale dell’imprenditore, chiamato a partecipare attivamente alla generazione di nuove forme di valore tra cui il benessere del personale e dei suoi familiari. Le aziende in cui si ragiona di come raggiungere la felicità stanno crescendo. Si sviluppano moderne politiche di welfare in ambito socio sanitario e previdenziale; per la valorizzazione delle persone; per il miglioramento degli stili di vita e lo star bene, al lavoro e nella vita privata. Lo stato cerca di fornire il proprio sostegno agendo sulla leva fiscale; la contrattazione collettiva l’asseconda promuovendo forme di retribuzione integrative rispetto a quelle esclusivamente monetarie; gli imprenditori ne approfittano per incrementare la produttività grazie all’ottimizzazione dei costi e al miglioramento del clima organizzativo. In questo contesto si amplia l’offerta di beni e servizi funzionali alla realizzazione dei piani di welfare, dalla consulenza ai servizi per i dipendenti, comprese le piattaforme web per l’erogazione di flexible benefit. Così prende forma il mercato del welfare aziendale che non deve necessariamente comportare la “mercantilizzazione” del welfare. Il welfare aziendale godrà di uno sviluppo sostenibile se il modello economico si assesta su un’equa distribuzione dei vantaggi per le parti interessate: stato, imprenditori, beneficiari, provider e partner che erogano i servizi; se si recupera mutualità e se il benessere dei lavoratori rimane l’obiettivo primario.
Paolo Gardenghi, responsabile area welfare aziendale – DAY WELFARE

11.00 Coffee break e visita agli stand

La valorizzazione della persona

11.45 Il ben-essere che passa dalla fioritura umana: il nuovo ruolo etico delle aziende
La quarta rivoluzione industriale ha dimostrato il valore dell’economia della conoscenza: solo chi innova ha successo e può competere sul mercato. Ma non sono i robot che innovano, bensì le persone attraverso il ‘pensiero creativo’. Compito delle aziende è mettere i dipendenti nelle condizioni di liberare il pensiero creativo, spiegando alle persone ciò che stanno facendo e la direzione che persegue l’impresa. L’organizzazione deve agire sulle leve delle motivazioni intrinseche, abbandonando quelle estrinseche (incentivi e minacce di licenziamento) proprie del modello ford-taylorista, ormai superato dal 4.0. L’azienda è quindi chiamata a interessarsi alla fioritura umana delle persone che conduce alla felicità eudaimonica, intesa come l’autorealizzazione virtuosa ottenuta in un contesto di civile convivenza e attraverso comportamenti etici.
Stefano Zamagni, docente di economia politica - UNIVERSITÀ DI BOLOGNA E JOHNS HOPKINS UNIVERSITY e co-fondatore – SCUOLA DI ECONOMIA CIVILE

12.05 Ecosistema benessere: dalla "lampadina a incadescenza" alla "lampadina led"
Le iniziative che contribuiscono al benessere delle persone nel contesto di lavoro, volte a costruire un rapporto virtuoso tra azienda e suoi dipendenti, sono il bel risultato di una evoluzione culturale, sociale e legislativa in cui si incontrano bisogni delle persone e bisogni dell’azienda. Le aziende hanno migliori opportunità di rispondere anche al senso di responsabilità sociale, territoriale e di supporto alle famiglie, che spesso percepiscono spontaneamente; le persone possono trovare strumenti per affrontare meglio la complessità della vita. Come fare in modo che tanta energia immessa nel sistema azienda, con le sue azioni di welfare, produca il massimo dell’efficacia, e non si disperda invece in azioni non capite, o isolate rispetto alla cultura, ai modelli di gestione e di relazione quotidiani dell’azienda? Come preparare le persone ai cambiamenti che alcune iniziative portano con sé? Come rendere coerenti i diversi piani coinvolti (bisogni espressi, risposte di welfare, criteri di gestione delle persone, funzionamento della comunicazione e delle relazioni, atteggiamenti e soft skill)? In quest’area si colloca il supporto che la formazione e la consulenza possono offrire alle aziende, chiamate a definire un progetto di costruzione del benessere che metta in gioco e alleni tutte le variabili coinvolte, come in un ecosistema. Perché il benessere si percepisca davvero, tutti dovranno sentirsene co-costruttori, e mantenere costante attenzione alla coerenza tra i diversi piani.
Luciano Mancini, partner – AMISURA CONSULENZA

12.25 TAVOLA ROTONDA: welfare generativo, la dimensione etica del benessere
Modera: Francesco Riccardi, caporedattore centrale –  AVVENIRE
Rossella Sobrero, presidente – KOINÈTICA e docente – UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO
Ethel Brezzo, hr manager – GALLERIE COMMERCIALI ITALIA
Paolo Cristofori
, direttore operativo – FRUTTAGEL
Francesca Rizzi, amministratore delegato – JOINTLY

13.05 Work Smart, Feel Well: lavorare bene per sentirsi meglio
L’evoluzione tecnologica ci ha posto di fronte all’evidenza che è possibile lavorare in luoghi e orari diversi da quelli tradizionali imposti dalla cultura fordista della standardizzazione del processo produttivo. Toyotismo, Lean Production, World Class Manufacturing considerano motivazione ed engagement delle persone come driver imprescindibili del miglioramento delle performance individuali, di team e aziendali. Ma la possibilità di organizzare la propria giornata lavorativa, di darsi obiettivi e perseguirli compatibilmente con le proprie necessità; la libertà di poter dedicare tempo alla famiglia o a un’attività personale, la razionalizzazione degli spostamenti, possono diventare modalità di efficientamento organizzativo e occasione di miglioramento dello stato di salute. Gli stessi progetti di introduzione del Lavoro Agile o Smart Working stanno facendo emergere le potenzialità legate alla gestione di nuovi spazi di libertà, strettamente connessi con l’incremento del benessere personale, psicologico e fisico.
Arianna Visentini, presidente e consulente senior smart working – VARIAZIONI

13.25 Lunch a buffet e visita agli stand

Lo spazio di lavoro

14.40 Habitat che generano creatività e benessere. Perché conviene investire negli spazi di lavoro
Esista una forte correlazione tra habitat, inteso come ambiente di lavoro e luogo di relazioni e habitus delle persone, le loro abitudini, la loro attitudine a collaborare. Lo spazio è, infatti, determinante fondamentale dell’essere: concorre alla crescita delle persone e al loro sviluppo cognitivo, può accrescere le loro capacità e il loro benessere quotidiano, così come può diventare limite e impedimento. Prendersi cura dello spazio di lavoro è oggi parte dell’attenzione al risultato del lavoro e influisce direttamente sulla produttività e sulla qualità del prodotto. Per questo molte aziende hanno cominciato a ripensare e riorganizzare gli spazi di lavoro. Apertura, flessibilità, ambiguità, sono alcune delle qualità che possono favorire relazioni sociali produttive, fiducia e collaborazione, generare creatività e aspirazione alla qualità.Ma questa relazione è una scommessa, una responsabilità che accoglie la libertà delle persone, la loro voglia di mettersi in gioco.
Elena Granata, docente dipartimento di architettura e studi urbani – POLITECNICO DI MILANO E SCUOLA DI ECONOMIA CIVILE

15.00 Living Office
Descriveremo Living office, un action base planning frutto di un progetto di ricerca e studio Herman Miller basato sull’osservazione delle persone che lavorano negli uffici di tutto il mondo, al fine di creare una metodologia di pianificazione degli spazi per favorire la realizzazione di Great place to work. Il progetto Living office si è avvalso di collaborazioni con antropologi psicologi dottori e designer che hanno lavorato con il team di ricerca Herman Miller individuando le differenze generazionali comportamentali e culturali fra le persone che compongono le organizzazioni , al fine di agevolarne l’interazione, la socializzazione e la creazione di idee, tramite la definizione di spazi a supporto di questi fattori.
Mario Colombo, sales director Iberia Italy East Mediterranean – HERMAN MILLER

15.20 L’ergonomia nei luoghi di lavoro – Un approccio sistemico
L’ergonomia, come scienza multidisciplinare che pone la persona al centro del suo interesse, deve considerare tutti gli elementi che concorrono in primo luogo alla sua salute ed in seconda istanza al suo benessere. Gli elementi influenti sono molteplici, interagiscono tra loro, si influenzano reciprocamente e, di conseguenza, non possono essere trattati separatamente se si vuole raggiungere un risultato efficace ed efficiente. Una visione sistemica migliora ed eleva la qualità della progettazione dei luoghi e dei posti di lavoro, eliminando quelle incongruenze che le progettazioni monotematiche creano.
Piero Cutilli, docente di ergonomia - ISIA ROMA DESIGN

15.40 Smart Working - Lavoro Agile: una visione produttiva e socialmente utile, ma quanti ne saranno favoriti?
Non è passato molto tempo da quando i termini “ mobbing “ e “ burnout “ circolavano tra gli addetti ai lavori e, spesso, nelle aule giudiziarie poi non se ne è più parlato, o quasi perché è subentrato e si è diffuso il termine Smart Working e relative affinità come se fosse la soluzione suprema tanto che nel Giugno 2017 è stata emanata una Legge ( 81 ) che ne traccia le linee guida. E se fosse tutto molto virtuale e realizzabile solo per pochi?
Luciano Guglielmini, country manager Italia, Turchia, Grecia e Malta – HUMANSCALE

16.00 Coffee break e visita agli stand

16.30 Aiuto, mi si sono ristretti i telomeri
Diego Parassole, stand-up comedian, formatore, coach e istruttore di mindfullness

Lo smart working

16.50 Smart Working: strumento per l'innovazione dei processi organizzativi
Lo Smart Working è una modalità di organizzazione del lavoro che mira a soddisfare le esigenze di produttività dell’azienda e quelle di conciliazione vita-lavoro del dipendente, attraverso una logica win-win-win che genera vantaggi misurabili per l'impresa, le persone e l’ambiente. Non basta però un buon regolamento per realizzare uno Smart Working di successo. I veri vincoli sono di natura organizzativa e relazionale. Approcciare lo Smart Working significa orientarsi verso una nuova modalità di organizzazione del lavoro che richiede spesso un processo di change management che va a toccare aspetti molto delicati come: la capacità di gestione del team a distanza da parte dei manager, il rapporto e la fiducia tra manager e collaboratore, la capacità di lavorare per obiettivi e quindi prioritariamente saperli definire e, infine, la capacità dello smart worker di organizzare il lavoro in una nuova ottica. Se non si riesce ad ingaggiare i manager e gli smart worker da questo punto di vista è davvero difficile che lo Smart Working abbia successo e molto probabilmente non ci si mette nelle condizioni di sfruttarne appieno il potenziale.
Elena Barazzetta, ricercatrice – PERCORSI DI SECONDO WELFARE

17.10 TAVOLA ROTONDA: nuove modalità organizzative, nuovi spazi
Modera: Dario Colombo, caporedattore – ESTE
Carlo Nardi
, direttore hr – AIM VICENZA
Emanuele Dagnino, ricercatore – ADAPT
Michele Aruanno
, architect, chairman & founder – GTP | GRUPPO THEMA PROGETTI

17.50 Fine lavori prima giornata

MERCOLEDÌ 13 GIUGNO

MERCOLEDÌ 13 GIUGNO

8.30 Welcome Coffee

I nuovi bisogni e le risposte del welfare aziendale

9.30 L’evoluzione del welfare aziendale alla luce di invecchiamento e nuovi bisogni.
Negli ultimi anni i crescenti vincoli di bilancio hanno impedito la crescita della spesa sociale, influenzando lo sviluppo del welfare pubblico, ormai incapace di rispondere ai nuovi bisogni sociali e di garantire la copertura soprattutto di «nuovi rischi», come precarietà lavorativa, esclusione sociale, difficoltà a conciliare famiglia e lavoro, e sempre più non autosufficienza. Il nostro Paese è caratterizzato da elevati tassi di invecchiamento e da una bassa natalità: una popolazione che invecchia vuol dire bisogni di cura e assistenza sempre più complessi, e insieme forti pressioni sul sistema sanitario e su quello sociale i cui servizi standardizzati sono sempre più in difficoltà nel fornire risposte efficaci. Molte famiglie hanno ridotto i consumi, intaccato i risparmi, si sono indebitate innescando un circolo vizioso che ha portato al peggioramento delle condizioni di vita di coloro che sono già in difficoltà. Anche la struttura delle famiglie – perno fondamentale del sistema di welfare in grado di supplire alla mancanza dell'intervento pubblico – è cambiata radicalmente: le famiglie oggi sono sempre più disgregate e gli oneri di cura di anziani, bambini e persone non autosufficienti non possono più essere interamente sostenuti dai familiari. E’ quindi necessario, oltre che urgente, ripensare il sistema di welfare e parallelamente interrogarsi se il welfare aziendale può fornire risposte a queste sfide. Se sì, in quali modi e contribuendo a costruire quali modelli di benessere organizzativo e in azienda.
Franca Maino, direttrice del laboratorio – PERCORSI DI SECONDO WELFARE

10.00 Il benessere come leva di innovazione
Il concetto di benessere appartiene al Dna di Pellegrini da sempre: fin dalla sua fondazione l’azienda ha puntato sulla cura delle proprie persone e sulla dedizione completa al cliente, che si traduce in una attenzione quotidiana e nella capacità di rispondere e di anticipare le richieste. L’innovazione caratterizza anche il welfare Pellegrini: i prodotti ‘tradizionali’ sono completati dall’approccio integrato alle prestazioni e ai benefit che comprendono la consulenza pre e post acquisto, da una serie di servizi che affiancano l’azienda nel tempo, da una piattaforma per la gestione dei piani strutturati di welfare aziendale e dalla cura attenta alle esigenze e ai desideri delle persone.
Valentina Pellegrini, vice presidente – PELLEGRINI SPA

10.20 TAVOLA ROTONDA Il welfare aziendale guarda al futuro
Modera: Riccardo Bonacina, direttore responsabile – VITA
Maurizio Tosi, coordinatore del welfare aziendale – MICHELIN
Demis Diotallevi, CFO & Deputy CEO – GRUPPO SOCIETÀ GAS RIMINI
Martina Tombari, responsabile cgm welfare – GRUPPO COOPERATIVO CGM

11.00 Coffee break e visita agli stand

Il ruolo dei provider

11.45 Il ruolo dei provider nella crescita del mercato del welfare aziendale: analisi critiche e opportunità per potenziarne lo sviluppo
Il mercato del welfare aziendale si è sviluppato in questi anni anche grazie al crescente ruolo dei provider, società che offrono servizi alle aziende agevolando l’introduzione e la gestione dei Piani di welfare. L’intervento approfondirà il tema provando a evidenziare alcuni nodi-chiave per comprenderne le potenzialità di sviluppo.
Luca Pesenti, ricercatore di sociologia generale nella facoltà di scienze politiche e sociali – UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE

12.05 Consulenza, tecnologia e supporto. Well-Work, il Welfare aziendale che fa bene, il Welfare aziendale fatto bene
Il piano di Welfare Aziendale riguarda la gestione dei premi che il lavoratore riceve dall’impresa come retribuzione supplementare a quella ordinaria e si basa su una cultura fondata sul principio del “benessere al lavoro”. I benefici di tale strumento sono molteplici: dal miglioramento dell’ambiente lavorativo all’aumento della produttività dell’impresa, dal benessere dei dipendenti fino ai vantaggi fiscali. Attraverso quattro fasi accompagniamo le aziende nella progettazione del Piano di Welfare aziendale: ascoltiamo le esigenze di aziende e dipendenti, individuiamo le categorie di beneficiari e supportiamo il dipendente in tutte le fasi del Piano, dalla formazione in azienda ad una linea diretta con operatori altamente qualificati. Fare Welfare Aziendale e farlo bene è l’obiettivo principale di Well-Work.
Gianluca Brizio, responsabile area legale/operations – WELL-WORK

12.25 TAVOLA ROTONDA: un nuovo modello di governance: dalla gestione alla valorizzazione delle persone
Modera: Chiara Lupi, direttore responsabile –  ESTE
Massimo Luksch, human resources director – VOLVO ITALIA
Katia Sagrafena
, co-founder e direttrice del personale – VETRYA

13.00 Lunch a buffet e visita agli stand

Mens sana in “corporate” sano

14.15 #INGAMBA
Fabrizio Macchi, atleta, coach e imprenditore

14.35 TAVOLA ROTONDA Benessere al lavoro: come coltivare l’energia organizzativa
Modera: Dario Colombo, caporedattore –  ESTE
Franco Tagliente
, responsabile welfare – ECORNATURASÌ
Monica Carta
, head of international social dialogue, welfare & people care – UNICREDIT

15.20 Natked: è salute e benessere per la tua azienda con pratiche innovative sempre all’avanguardia
Natked propone programmi per le aziende, con un approccio evoluto al benessere, attraverso pratiche del corpo e della mente che si ripercuotono positivamente sulla dinamiche fisiche e psicologiche dell’individuo e dei team in ambito aziendale, in ottica di benessere e di prevenzione. Attività fisica, terapie, formazione ed educazione alla salute per meeting e convention o attività continuative.
GAMES & COOPERATION: Attività di gruppo che mettono in movimento il corpo ispirandosi alle più antiche tecniche rituali, dalla danza alle arti marziali, e si trasformano in preparazione fisica su una variabile infinita di livelli. Questo lavoro esce dalla routine e porta alla performance con rapidità, aumenta la tolleranza allo stress, incentiva il lavoro di cooperazione in azienda e aiuta a scaricare le tensioni riprendendo in modo figurato dinamiche e relazioni aziendali.
Modera: Giacomo Catano, co-fondatore e amministratore delegato - NATKED
Gianluca De Benedictis, osteopata, preparatore atletico, educatore alimentare, fondatore e direttore tecnico – NATKED
Lucia Giorgetti, atleta e trainer funzionale – NATKED

15.40 Coffee break e visita agli stand

16.10 Sessioni parallele

Sessione 1 - Sala Turchese, piano -1
Un nuovo modello di relazioni industriali: le opportunità della contrattazione
Armando Tursi, avvocato lavorista e professore ordinario di diritto del lavoro – UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO
Paola Gilardoni
, segretario  CISL LOMBARDIA
Stefano Passerini, responsabile area sindacale – ASSOLOMBARDA
Filippo Villa
, HR industrial relations & employees service –WHIRLPOOL

Modera Lucio Chiappa, amministratore delegato – TUTTOWELFARE
 
Sessione 2 - Sala Plenaria, piano terra
I “big data” del welfare aziendale
Le moderne tecnologie offrono alle imprese la possibilità di usufruire di una quantità di dati sempre più consistente, che va moltiplicandosi in modo esponenziale: i cosiddetti Big data. Informazioni relative all’intera catena del valore, dalla produzione alla distribuzione, fino alle vendite e oltre; ma non resta esclusa da questo continuo flusso di dati – strutturati e non solo – la funzione Risorse Umane. La Direzione del Personale è chiamata allora a interrogarsi su come utilizzare i Big data, trasformandoli in strumenti per impostare nuove politiche HR.
Il welfare aziendale, in quest’ottica, diventa una fonte di nuovi dati. All’introduzione di piani di benessere per i dipendenti, il Direttore del Personale può accompagnare la costante analisi dell’utilizzo dei servizi messi a disposizione (ed eventualmente della piattaforma per l’erogazione di flexible benefit), fotografando in maniera veritiera e puntuale i bisogni espressi dai collaboratori per formulare strategie di risposta davvero mirate e utili per la conciliazione vita-lavoro di una forza lavoro eterogenea. Da qui inevitabilmente scaturiscono, da parte della popolazione aziendale, maggior soddisfazione, incremento dell’engagement e, di conseguenza, aumento della produttività. In due parole: benessere organizzativo.
Ne parleremo con:
Paolo Gardenghi
, responsabile area welfare aziendale – DAY WELFARE
Andrea Biancini
, direttore risorse umane  – RETI SPA
Pasquale Cormio
, responsabile sviluppo risorse umane – GRUPPO HELVETIA ITALIA
Alessandro Ruberti
, blockchain e data scientist
Marco Bianco, direttore del personale - UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE


Modera Dario Colombo, caporedattore – ESTE
 
Sessione 3 - Sala Cristallo, piano -1
Le dinamiche di partecipazione tra produttività e innovazione organizzativa
Welfare Aziendale e Partecipazione nel nuovo scenario delle Relazioni Industriali
Non c’è vero Welfare Aziendale senza il coinvolgimento dei dipendenti nella vita dell’impresa e della sua organizzazione. E non c’è vera partecipazione, almeno organizzativa ed economica, senza solide prassi di Welfare Aziendale. Questa reciprocità è tanto più necessaria quanto più si considerino le modificazioni, anche relazionali, che la “Grande Trasformazione” del lavoro e le dinamiche di “Impresa 4.0” impongono e che caratterizzeranno sempre di più il rapporto tra l’impresa e le persone che in essa operano. Più in generale si tratta, ad un tempo, di una sfida culturale e di uno dei fondamentali aspetti sui quali le parti sociali dovranno basare le nuove Relazioni Industriali per sostenere la competitività delle aziende e la produttività del lavoro.
Giovanni Scansani
, amministratore unico e co-founder – VALORE WELFARE

L’Azienda come casa tua
“Abbiamo avuto noi figli, arrivati alla quarta generazione, la fortuna di avere dei genitori, che ci hanno letteralmente insegnato, il rispetto nei confronti dei Dipendenti. Da questo, che può sembrare banale e scontato, abbiamo continuato questo “difficile” percorso, proprio perché non è scontato. Il fatto di avere intere generazioni di Dipendenti che si sono susseguiti in Peverelli, di padre in figlio, non è frutto di una casualità, ma di un coinvolgimento del Dipendente in tutto il processo produttivo dell’Azienda. L’assecondare le difficoltà e i bisogni che alcuni Dipendenti a volte manifestano, sono un segnale ben preciso che io so quanto vali, ti ho formato, tu mi hai ascoltato, tu ti sei applicato. Non per niente Peverelli effettua lavori come il Bosco Verticale di Stefano Boeri. E in Italia, senza presunzione, non c’era nessuna Azienda in grado di mettere essenze ad alto fusto a 120 metri di altezza. Tutti i “ragazzi”, come vengono chiamati, sanno che possono contare su una Direzione, che simbolicamente, gli ha donato un pezzettino di azienda, per far si che siano parte di una grande famiglia. Noi lavoriamo così.
Stefano Peverelli
, responsabile produzione e pubbliche relazioni – PEVERELLI

Costruire insieme il futuro per garantire il benessere dell'organizzazione
Dalla mia esperienza ho imparato che le persone, quand’anche abbiano raggiunto un livello reddituale soddisfacente, sentono vivo il bisogno di partecipare alla vita dell’azienda e sono disposti a farlo senza pretendere ulteriori compensi. Ciò li induce a farsi parte attiva del cambiamento e perfino ad accettare, se necessario, forti rinunce, purché esse siano prodromiche a un futuro costruito insieme. Le scelte aziendali calate dall’alto, soprattutto quando sono dolorose per i lavoratori, sono vissute come un’imposizione ingiusta. Quale partecipazione ho praticato e quali difficoltà ho incontrato?
Pasquale Del Buono
, industrial & employee relations manager – FEDERAZIONE BCC EMILIA ROMAGNA


Roberto Ferrari
, partner – ISMO e curatore del volume "Partecipazione dei lavoratori alla gestione dell'impresa" - EDIZIONI GUERINI 

Modera Elisabetta de Luca, redattrice – ESTE

 

17.30 Fine lavori ed estrazione premio → Bicicletta elettrica

 

 

Per offrirti un'esperienza di navigazione ottimizzata questo sito utilizza cookies, anche di terze parti. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti al loro impiego in conformità alla nostra Cookie Policy. Per avere maggiori informazioni riguardo ai cookie consulta la nostra Cookie Policy.